Attraversamenti, l'autobiografia politica di un comunista democratico

 


"Attraversamenti - storie e incontri di un comunista e democratico italiano" è l'ultima "fatica" attesa di Goffredo Bettini. Un libro che si legge di un fiato, benché impegnativo. E' un testo autobiografico, ma densamente politico che fin dall'inizio ha questa capacità di unire nostalgia e sguardo al futuro. E' un libro, in primo luogo, sull'amicizia, che come ci ha insegnato Aristotele oltre 2300 anni fa, nella sua "Etica nicomachea", è il più alto e gratuito dei sentimenti, che rende la vita degna di essere vissuta; sugli incontri che hanno segnato e spesso trasformato la vita e il percorso intellettuale e politico di Goffredo Bettini. Ed è un libro che trae spunto dal passato per illuminare il presente, da un punto di vista non scontato e lucidamente critico. Come capita ai libri ben riusciti, ognuno può averne la sua personale lettura, ma le pagine che personalmente più mi hanno affascinato sono quelle dedicate a Pietro Ingrao e Pierpaolo Pasolini, per la ispirazione quasi "profetica" che le anima, e poi quelle che raccontano il rapporto di Bettini con Franca Chiaromonte, per la sincerità con cui l'autore mette a nudo le sue fragilità; in queste pagine emerge tutta la cifra umana che, presente in tutto il libro, è particolarmente intensa in questo capitolo. 

Umanità, impegno culturale e passione politica non si possono separare, questa mi sembra una delle lezioni principali del racconto autobiografico di Bettini dedicato alle sue amicizie - ad alcune delle sue amicizie -, e coerentemente con questo assunto il libro contiene, riassunte nell'ultimo capitolo, indicazioni di stringente attualità politica, che personalmente condivido. Non solo quando egli dice con grande chiarezza come il campo democratico, alternativo alla destra, non può essere misurato dalla sua larghezza geometrica, non può essere una sommatoria di partiti, ma deve essere un sentimento, un'idea, un'ispirazione, una proposta per il Paese. Ma soprattutto quando evidenzia come l'attuale forza della destra sia conseguenza di una deriva antropologica, frutto di una società sempre più mercificata e popolata di solitudini, che senza una ritrovata critica dell'attuale capitalismo globale, per chiamare le cose con il loro nome, senza rimettersi in sintonia con le sofferenze del paese profondo, le forze progressiste non potranno ribaltare.

Andrea Catena


Commenti

Post popolari in questo blog

Per una riscossa del centrosinistra in Abruzzo

Una proposta di pace per l'Ucraina