Viva il 2 giugno! - editoriale

 



Il 2 giugno il Partito democratico sarà in piazza a Roma per la Costituzione e l'Europa federale. 

Bisognerà esserci, perché non c'è dubbio che questa sia la posta in palio delle elezioni dell'8 e 9 giugno, e che i due obiettivi - difendere la Costituzione, costruire un'Europa federale - siano tra di loro connessi e abbiano un comune ostacolo nella destra sovranista, che va sconfitta. 

Il disegno costituzionale che il governo Meloni sta portando avanti non è un semplice aggiustamento della  nostra forma di governo, ma un suo sostanziale stravolgimento in una direzione pericolosa. Di fatto, si pone definitivamente oltre l'orizzonte del patto democratico nato dalla Resistenza antifascista. Forti e vibranti sono state le parole pronunciate dalla senatrice a vita Liliana Segre il 14 maggio nell'aula di Palazzo Madama. La sua denuncia è assai chiara. Siamo di fronte al tentativo di trasformare il capo del governo, eletto direttamente dal popolo,  nel dominus assoluto delle nostre istituzioni. Con una legge elettorale che gli/le assicura la maggioranza assoluta del Parlamento, egli/ella potrebbe avere di fatto anche il controllo di tutte le cariche di garanzia, compreso il Presidente della Repubblica, che diventerebbe un puro e semplice passacarte al servizio di Palazzo Chigi. Se a ciò si affianca l'autonomia differenziata, che di fatto sgretola l'unità nazionale, è evidente l'obiettivo di esaltare le divisioni sociali e geografiche, spingendo su un modello plebiscitario e autoritario di tenuta del Paese. E' la via italiana alla democratura, che va fermata prima che sia troppo tardi. 

L'8 e 9 giugno si vota anche e soprattutto per questo, e quindi l'appello alla mobilitazione lanciato dal Pd, per il 2 giugno - festa della Repubblica fondata sul lavoro e nata dalla Resistenza antifascista - va senza alcun dubbio raccolto. Sia il primo momento di una battaglia per la democrazia che è solo all'inizio, e che per essere vincente dovrà legarsi sempre più alla questione sociale, alla lotta per la giustizia climatica e sociale, all'impegno per il salario minimo, al sostegno ai referendum per un lavoro stabile, sicuro e dignitoso, ad un maggiore coraggio nell'avanzare una proposta di sinistra per la riforma del fisco, che colpisca rendite e grandi patrimoni e sia dalla parte delle working families (come direbbero i democratici americani). 

Andrea Catena

Il Pd in piazza il 2 giugno


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